I risultati dei grandi studi randomizzati sulla rivascolarizzazione miocardica hanno suggerito l’ipotesi che l’ischemia, pur essendo un importante marker di esiti cardiovascolari, non sia direttamente correlata ai meccanismi causali degli eventi acuti. Questa ipotesi ha condotto ad una radicale rivalutazione del processo fisiopatologico che mette in relazione la stenosi coronocarica, la cascata ischemica e la prognosi del paziente. Parallelamente la tomografia computerizzata coronarica ha fornito nuove informazioni sui meccanismi biologici che legano la placca coronarica agli eventi avversi cardiovascolari e ha spostato l’attenzione dalla lesione discreta al carico aterosclerotico globale. Alla luce di queste evidenze, l’approccio diagnostico al paziente con sindrome coronarica cronica nota o sospetta e le indicazioni alla rivascolarizzazione miocardica si sono modificate e, in particolare nei pazienti con sindrome coronarica cronica e disfunzione ventricolare sinistra, si è evoluto il ruolo della vitalità miocardica e sono mutate di conseguenza le indicazioni alla rivascolarizzazione.
di Leonardo Bolognese, Claudio Cavallini