In questa video-intervista vengono approfonditi i dati di efficacia e di sicurezza di Alirocumab in relazione ai risultati a lungo termine emersi dall’analisi post-hoc dello studio ODYSSEY OUTCOMES, in particolare in riferimento alla mortalità totale e ai MACE.
Nel corso dell’intervista, Claudio Bilato [U.O.C. Cardiologia, Ospedali dell’Ovest Vicentino], risponde ai seguenti interrogativi:
- Nello scorso Congresso ESC sono stati presentati i dati di una analisi pre-specificata dello studio ODYSSEY OUTCOMES relativa ai pazienti che avevano effettuato un più lungo follow-up nel corso dello studio, dai 3 ai 5 anni. Qual è il valore di queste analisi in termini di trasferibilità generale dei risultati? Si tratta di gruppi molto selezionati?
- Il maggiore interesse per questa analisi risiede nei dati della sicurezza a lungo termine. Quali sono i risultati osservati?
- In termini di efficacia si sono osservate differenze rispetto allo studio originale?
- Questi dati sui pazienti trattati a lungo termine dello studio ODYSSEY OUTCOMES possono fornire informazione anche su altre tipologie di pazienti che trattiamo con alirocumab, quali quelli a rischio molto alto in profilassi primaria, i pazienti con ipercolesterolemia familiare e gli altri pazienti della prevenzione secondaria non coronarica?
- Nell’ambito di uno studio clinico – e l’analisi di cui discutiamo fa parte di un trial clinico – i dati di aderenza sono sempre “ottimistici”, ma cosa possiamo dire dell’aderenza ad alirocumab nel mondo reale nel lungo termine?
- Molti si chiedono se con il tempo, dopo un trattamento prolungato con una terapia articolata quale la statina ad alta intensità, magari combinata con ezetimibe ed in aggiunta alirocumab, non si possa semplificare proseguendo con il solo PCSK9-i.
- Abbiamo sufficienti elementi per dire che al noto aforisma “The lower the better” ed a quello di recente conio “The earlier the better” si può aggiungere “The longer the better”?
di Claudio Bilato