Il webinar approfondisce il tema delle implicazioni del residuo trombotico nella prognosi dei pazienti con malattia tromboembolica, argomento per alcuni aspetti controverso, in merito al quale molti sono i quesiti aperti: l’abitudine di richiedere un controllo ecodoppler tre mesi dopo una trombosi venosa profonda e di richiedere una nuova angioTAC a distanza da un’embolia polmonare è corretta? Cosa andiamo a cercare? A cosa serve?
L’occlusione trombotica residua è una entità che ha una valenza diversa nelle trombosi venose profonde rispetto all’embolia polmonare. Se dal punto di vista del rischio delle recidive di TVP il ruolo del trombo residuo è stato svalutato da più di uno studio, non lo stesso si può dire per quel che riguarda il rischio di sindrome post trombotica di cui invece esso è un predittore puntuale. Le cose stanno molto diversamente per l’embolia polmonare: il controllo di una angioTAC a distanza non raramente mostra la persistenza di occlusione vascolare ma, sia in termini di predittività prognostica rispetto alle recidive, sia di sequele sfavorevoli intese come ipertensione polmonare cronica post tromboembolica, non esiste chiara evidenza per uno screening di tutti i pazienti. Il dato della sicurezza in termini di radioprotezione anzi scoraggia questa attitudine.
di Claudio Cimminiello, Paolo Prandoni